L’impatto delle idee

Non mi è piaciuto molto Black Panther.
L’ho trovato un film con buoni propositi, un messaggio interessante, ma troppo edulcorato e banale come da tradizione Marvel, con lo scopo di accontentare il più vasto pubblico possibile. Così come non mi è piaciuta la scrittura degli ultimi capitoli del MCU (Infinity War e Endgame), apprezzati giusto per l’epicità dell’intera saga.
Tuttavia queste opere d’arte audiovisive sono legate da un filo conduttore che qualche giorno fa si è spezzato.

Chadwick Boseman, attore americano di 43 anni, protagonista per l’appunto di Black Panther, è mancato a causa di un tumore al colon. Una tragedia che ha sconvolto tutto il mondo di Hollywood e non solo, ovviamente per la giovane età.
La natura non guarda in faccia nessuno: se qualche cellula del corpo perde la bussola e “decide” di impazzire, puoi essere giovane e forte, puoi anche essere un super eroe, ma questa farà il suo corso. Biologicamente non c’è nulla da stupirsi o rammaricarsi, quando succede si cerca di fare tutto il possibile dal punto di vista medico, ma non abbiamo ancora plasmato la natura a sufficienza per poter risolvere problemi del genere.

Umanamente invece, qualcosa mi tocca.
Sembra che in questo blog io scriva solo di morti, ed in fondo è vero, ma sopratutto scrivo quando qualcosa mi colpisce.
Ciò che mi ha colpito della storia di questo ragazzo è la grande umiltà e costanza nel portare a termine ciò in cui credeva, ciò per cui lavorava. La malattia gli è stata diagnosticata nel 2016, mentre erano in corso le riprese dei film. Chadwick ha continuato a lavorare durante le terapie, senza divulgare la notizia del suo male. Ha dovuto comunque mantenere una forma fisica notevole per poter interpretare quei ruoli, nonostante la malattia debilitante e le cure.
Non solo.

L’interpretare dei ruoli nel cinema può essere vista come una cosa “futile” o comunque di poca fatica. In realtà, vuole anche dire trasmettere delle idee. Le idee plasmano la realtà e il futuro. Ho trovato molto interessante come Boseman vedeva il personaggio di T’Challa, definendolo un antieroe che “si mette in discussione, accetta le critiche e trova un modo per mantenersi concentrato e restare sul suo obiettivo nonostante tutto. È quello che devono fare i leader mondiali“.

Questo pensiero esprimeva a pieno la sua volontà di andare avanti fino alla fine, nonostante stesse vivendo una tragedia interiore.
Mi soffermo sulle persone che affrontano tragedie di questo genere tutti i giorni e che non vengono ricordate perchè non sono famose. Così come tutte le loro famiglie e chi ha in cura queste persone. Penso che un giorno potrei essere io.
Riuscirei ad affrontare con la grinta di uno T’Challa un’eventualità della vita di questa portata?
Bisogna prendere spunto da persone come Chadwick, che mettono tutte loro stesse in quello che fanno, cercando di portare avanti un’idea, di avere un impatto positivo sul mondo intorno a loro.
Non mi sembra, fin’ora, di aver avuto un impatto positivo sul mondo intorno a me.

Chissà se vivrò una vita di mediocrità, se un giorno capirò il mio impatto sul mondo.
Chissà se mai l’avrò.
Chadwick, quaggiù continuerà a fare tutto schifo, ma cercheremo di portare avanti il tuo impatto positivo.
Non ti conoscevo, ma ti auguro la pace.
Addio T’Challa.

Captain America – Lo Scudo della libertà perduta

All’inizio della sua storia creativa, Captain America nacque come elemento di propaganda nazionalista Americana, rappresentando “libertà e democrazia” che dovevano opporsi all’imperialismo europeo durante la seconda guerra mondiale. In quel periodo il Capitano era un guerrigliero che servì per sottolineare la grandezza americana: il suo scudo era infatti a forma di distintivo, per accrescere il simbolo di autoritarismo del personaggio. La superiorità americana culminó nella sconfitta tedesca e il capitano perse dunque la sua utilità propagandistica: venne riciclato come cacciatore di comunisti nella guerra fredda, ma non riscosse successo.

Successivamente il personaggio fu ripreso da Stan Lee nel 1964 (nel numero 4 della serie Avengers), l’autore lo privò di quegli elementi nazionalistici che aveva in origine ma lo ripropose donandogli una sensibilità e un’umanità tutta nuova: molto spesso le sue storie venivano utilizzate per denunciare le differenze sociali e la corruzione presenti nella società americana, a rappresentare una sorta di coscienza sociale dell’America.

La forma dello scudo è cambiata nel tempo, è ora circolare, come a sottolineare il fattore di protezione per tutto il mondo che il personaggio rappresenta. Per quanto sia un grande combattente, la sua abilità viene sfruttata tendenzialmente per stordire gli avversari, usando lo scudo stesso come arma. Questa visione del personaggio decisamente più moderna e democratica rispecchia ciò che rappresenta per me il Capitano: una figura di riferimento, un leader pronto a morire per i suoi soldati e in grado di proteggere tutto il mondo.

Questa sua nuova veste è stata ripresa egregiamente nei film dell’universo cinematografico Marvel (MCU), partendo dal primo Captain America – Il primo Vendicatore in cui troviamo uno Steve Rogers ancora molto inesperto ma con già i primi presupposti della nuova visione del personaggio, come nella scena in cui, durante l’addestramento, si butta su una granata per proteggere i suoi compagni, senza ancora aver subito la trasformazione dovuta al siero di Stark: la granata si rivela finta, ma Steve già mette in mostra il suo grande coraggio e la sua tendenza alla protezione verso gli altri.

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Nelle pellicole successive vediamo ancor più le capacità di Rogers, ormai Captain America, sia in combattimento che come leadership: nel film The Avengers vediamo infatti una scena emblematica in cui il Capitano riesce a convincere un poliziotto a seguire i suoi ordini dopo aver sconfitto magistralmente parecchi alieni dell’esercito dei Chitauri sotto gli occhi impietriti dell’uomo durante la battaglia di New York.

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Infine vediamo la completa trasformazione del Capitano in Captain America – Civil War, dove Rogers sceglie addirittura di schierarsi contro il suo paese non riuscendo più ad accettare le politiche di repressione e controllo nei confronti della sua squadra di dotati: le tensioni crescenti nei confronti dei dotati di poteri e dei potenziati come lui (Scarlett Witch e Visione ad esempio), portarono a delle spaccature interne al governo, che decise dunque di registrare e regolamentare le possibilità di intervento degli Avengers. Questo tipo di controllo non viene accettato da Steve, che decide quindi di schierarsi a favore della libertà contro alcuni dei suoi stessi compagni. In nome della democrazia, Rogers sceglie di non sottostare a regolamenti autoritari del suo stesso paese, diventando di fatto un rivoluzionario.

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In definitiva, la connotazione libertaria che gli autori Marvel hanno dato al personaggio di Captain America negli anni è molto diversa dal suo iniziale intento propagandistico, e a mio parere molto più affascinante oltre che al passo coi tempi.

In realtà, mi sbagliavo di grosso.

Oggi, 9/11/2016, l’America, una delle nazioni più influenti del pianeta, ha votato il 45esimo suo presidente. Dopo una delle più terrificanti campagne elettorali della storia, con una propensione mediatica all’orrore più che uno scontro serio sui contenuti, viene eletto un presidente che con la politica non ha nulla a che vedere, un “imprenditore” il cui unico obiettivo, come è stato con Mr. B qui in Italia, è probabilmente quello di costruire un impero economico per lui e le sue generazioni a venire, sulle spalle della nazione. L’America torna ad essere rappresentata per ciò che evidentemente vuol essere, ovvero una nazione xenofoba, culturalmente arretrata, totalitaria ed egocentrica, senza alcun piano energetico per il futuro (o meglio, con un piano energetico adattato agli inizi del ‘900), a favore dei totalitarismi (stanno di fatto già partendo nuovamente i rapporti con la Russia) e propensa a costruire muri.

Corsi e ricorsi storici. Dopo un doppio mandato democratico di Barack Obama, forse uno dei più grandi presidenti della storia americana, tutto quello che è stato fatto per la democrazia da oggi verrà lentamente eroso, continuando a peggiorare le già gravose condizioni economiche, sociali ed ambientali mondiali.

Il Capitano non sarà più un servo della nazione, oggi ancor di più vi sarà la spaccatura in nome della vera libertà e della democrazia che ormai, con questo individuo di cui non voglio nemmeno pronunciare il nome, l’America non rappresenta più. Una spaccatura verso coloro che ritengono di poter accentrare tutto su di sè, sia riguardo al potere, che riguardo alle risorse, escludendo le minoranze e distruggendo i diritti costati anni di guerre e sacrifici, come da sempre tutti i populismi mondiali hanno fatto.

CAPCW