Le due anime – Elezioni Politiche 2018

Due anime in questo momento stanno albergando dentro di me: la prima dice che questa è democrazia, che bisogna accettare il risultato anche se molto lontano dalla propria idea, che un paese democratico deve vedere alternanza di governo e questo è un bene. La campagna elettorale, per quanto allucinante e a tratti ridicolmente agghiacciante, si è svolta in maniera regolare: il 72% degli italiani aventi diritto si è recato alle urne per esprimere una votazione legittima.
C’è instabilità, ma in un modo o nell’altro le cose andranno avanti
Si sono viste nell’arco degli anni alleanze improponibili che comunque hanno portato avanti il paese, per quanto in modo discutibile.

L’altra anima invece urla.
Urla per mille motivi. Urla perchè chi prima ha urlato ed è riuscito ad imporre la sua visione distorta della realtà, anche grazie a questi maledetti social network tramite cui ora mi state leggendo, adesso sta esultando con una sorta di compiaciuto convincimento.
Urla perchè non è possibile che nel 2018 partiti come la Lega e Forza Italia riescano ancora a prendere il 18% e il 15% alla Camera, quando sono i partiti che più hanno distrutto il tessuto sociale e l’impianto culturale di questo paese, coltivando una cultura dell’apparire, dell’ignoranza, dell’odio e della criminalità legalizzata.
Urla perchè il Partito Democratico si è dimostrato nuovamente incapace di contrastare questa ondata di ignoranza dilagante, frammentandosi e facendo dei propri “principi elitari” un vanto troppo distaccato dai problemi reali della gente, privilegiando il populismo più becero e terrapiattista di sempre (il fatto che al sud 1/2 della popolazione abbia votato 5 stelle è il più chiaro esempio di questo).

L’urlo più grande la mia anima lo rivolge ai nuovi eroi dei giorni nostri: i dilettanti.
Qualche anno fa io stesso ho creduto alla “causa” a 5 stelle, partito che si presentava finalmente come qualcosa di nuovo, che finalmente parlava di ambiente, di equità e solidarietà sociale, di riduzione di costi, di energia sostenibile, di austerità.
Poi sono cresciuto, rendendomi conto che se si parla alla pancia delle persone si sta facendo cattiva politica.
Mi sono anche reso conto che questi predicatori dell’honestà (per inciso, non tutti) iniziavano anche ad andare contro ciò che per me è il più grande pilastro esistente: la scienza.

A quel punto, quando sento gli elettori 5 stelle parlare di abolire o ridurre le vaccinazioni obbligatorie, di validità del metodo Stamina, di “economisti” improvvisati che dichiarano che basti uscire dall’euro e dichiarare il fallimento dello Stato per far andare tutto bene, ecco, la favola svanisce.
Ci si rende conto che dalla dialettica di un partito degno della democrazia italiana non possono venir fuori aspetti comunicativi che influenzano così negativamente il popolo. Perchè emergono concetti come “nè di destra nè di sinistra, ma sopratutto mai a sinistra”?
Non è sana politica quella di consigliare di non pagare più il canone RAI, o di far credere che Internet sia la soluzione a tutti i problemi.
Un cittadino non può trovare tutta la verità in un post di facebook.
Parlare alla pancia della gente serve per avere un facile appoggio immediato, ma un impoverimento a lungo termine della capacità critica del popolo, come ampiamente dimostrato dai 20 anni berlusconiani da cui eravamo da poco usciti.

La dialettica populista non può battere la cultura, non deve. Non ci si può improvvisare esperti e mettere in discussione tuttò ciò che è stata la nostra Repubblica, fondata su valori democratici veri, cioè elezione di rappresentati che facciano qualcosa che noi non possiamo fare, sia perchè non è il nostro mestiere principale (perchè la politica non si può fare solo nel weekend), sia perchè non abbiamo le competenze.
Voglio urlare più di quanto hanno fatto questi presunti “migliori”, perchè a quanto pare è così che si ottiene qualcosa: come nella giungla, quando a vincere sono i leoni che ruggiscono più forte.
Ma l’Italia è così: ignorante, vecchia e molto simile ad uno zoo.

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